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“Michele Cuoco: Visioni e Sfide del Circuito Puglia Trail”

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Michele Cuoco, un allenatore specialistico di grande esperienza e successo nel mondo del mezzofondo. Michele ha un passato da atleta nel ciclismo e nella corsa, e ha conquistato ben 10 titoli nazionali con atleti senior master nelle discipline del mezzofondo in pista, coprendo distanze di 1500m, 3000m, 5000m e 10000m. Nonostante la sua profonda conoscenza della pista, Michele ha recentemente rivolto la sua attenzione al mondo del Trail running e in particolare al circuito Puglia Trail.

Durante questa intervista, esploreremo con Michele il suo percorso di avvicinamento al Trail running, come le sue esperienze pregresse hanno influenzato la sua comprensione di questa disciplina, e quali sono le sue opinioni su vari aspetti del Trail running e del circuito Puglia Trail. Benvenuto Michele, e grazie per essere qui con noi oggi.

  1. Come sei entrato in contatto con il mondo del Trail nonostante il tuo background sia principalmente nel ciclismo e nella corsa su pista?

Sono entrato nel mondo del Trail quando tu, Giuseppe Moliterni mi hai invitato a presentare il TRAIL DELLE CINQUE QUERCE come speaker, la gara che poi ha dato l’impulso per l’avvio del progetto Trail in Puglia

  1. In che modo le tue esperienze come atleta e allenatore di mezzofondo in pista ti hanno aiutato a comprendere e apprezzare il Trail running?

La mia esperienza come atleta e, più recentemente, come allenatore, mi ha permesso di osservare e valutare tecnicamente il mondo del trail. Per di più partecipando alla gara dei Briganti del Pollino a fine carriera, ho apprezzato la differenza rispetto alla corsa su pista o su strada, dove l’obiettivo principale è la performance cronometrica. Nel trail, invece, si corre per apprezzare il paesaggio circostante senza l’assillo del cronometro. Questa è la differenza principale tra la corsa su strada e il trail, dove la competizione esiste, ma l’atleta vive principalmente il tragitto immerso nella natura.

  1. Secondo te, quali sono le principali differenze tra la preparazione per una gara di mezzofondo su pista e una gara di Trail?

La differenza principale sta nell’aspetto cronometrico e prestativo. Su strada e pista, l’allenamento è focalizzato sui ritmi di gara, richiedendo un lungo percorso di preparazione dove l’adattamento organico richiede tempo. Nel trail, prevale l’aspetto mentale: correre concentrati sull’obiettivo di raggiungere il traguardo, senza preoccuparsi del ritmo di gara. Ovviamente chi deve corre un trail deve tener conto della distanza di gara oltre alle difficoltà altimetriche. Questo comporta una maggior attenzione alla preparazione fisica e atletica che non tiene conto solo della capacità di tenere un ritmo, ma ci sono altri elementi condizionali a cui occorre dare risalto, come la forza generale e quella specifica, funzionali alla capacità di gestire completamente il proprio corpo (dal punto di vista biomeccanico) perché nelle gare di trail oltre che correre bisogna gestire l’avanzamento con pieno controllo dei vari comparti muscolo-articolari.

  1. Quali elementi del circuito Puglia Trail trovi particolarmente unici e attraenti per gli atleti?

In Puglia sono pochissimi i sentieri e i tracciati dotati di apposita segnaletica perciò il circuito Puglia Trail offre un’opportunità ai nostri atleti che hanno la possibilità di corre su percorsi naturalistici unici avendo a disposizione le autorizzazioni e percorsi di gara segnalati. È un’opportunità per vivere delle esperienze uniche in rapporto con la natura e il movimento, l’impegno fisico che poi si fondano in una situazione quasi “ascetica” che deve prescindere da ritmi e prestazioni cronometriche.

  1. Puoi parlarci di qualche atleta che hai allenato nel mezzofondo e che ha avuto successo anche nel Trail running?

Se vogliamo considerare il TROFEO DELLE DUE TORRI come un “Beach Trail”, come tu stesso lo hai definito, diversi atleti che ho seguito nella preparazione del mezzofondo come Francesco Caliandro o Francesca Labianca o la stessa Mariangela Ceglie vi hanno partecipato e vinto.  Per loro partecipare a queste gare in piena estate è stato un motivo per staccare un attimo dallo stress del cronometro della preparazione delle gare su pista e allo stesso tempo è stato un motivo di soddisfazione sia per loro che per me.

  1. Quali aspetti della formazione di un atleta di mezzofondo possono essere utili per un Trail runner, e quali invece devono essere modificati o adattati?

Partiamo dal presupposto che qualunque percorso trail comunque ti permette almeno in parte di poter correre a buon ritmo, soprattutto nei percorsi di gara del circuito Puglia Trail, pertanto il trascorso da mezzofondista è fondamentale: chi passa o comunque si dedica alla preparazione di un trail e proviene dal mezzofondo, dove ha sviluppato ampiamente gli aspetti che riguardano la capacità di correre a certi ritmi, è perfettamente in grado di correre a ritmi importanti nei tratti che lo consentono. Per quanto riguarda le modifiche, come ho già detto in precedenza, bisogna saper staccare dall’assillo della prestazione cronometrica.

  1. Come allenatore, quali consigli daresti a un atleta che vuole fare la transizione dal mezzofondo in pista al Trail running?

Il mio consiglio è quello di arricchire la propria preparazione con aspetti legati all’atletismo, ovvero alla capacità di sviluppare buoni adattamenti muscolari non solo per quanto riguarda il saper correre, ma anche il saper gestire il disequilibrio degli appoggi. Quindi suggerisco di aggiungere alla preparazione degli allenamenti off-road, su percorsi irregolari in modo da adattare l’apparato articolare e tendineo, che deve essere tenuto in grande efficienza per fare fronte agli impatti sulle superfici irregolari e accidentate. Curare gli aspetti di elasticità e di allungamento tendinea e muscolare . Curare molto la di mobilità articolare che permette di sopperire a condizioni di appoggio non facili, Questo è un passaggio importante per gli atleti mezzofondisti che si apprestano a fare questo passaggio che dovranno aggiungere oltre al cambiamento di atteggiamento mentale e agonistico.

  1. Quali sono le maggiori sfide che un atleta può incontrare partecipando a una gara del circuito Puglia Trail rispetto a una gara di pista?

Credo che nelle gare di Trail la sfida principale sia una sfida con sé stessi. avere la resilienza alle difficoltà che incontrerà metro dopo metro che variano e sono diverse da chi corre su un percorso su pista, su un percorso piatto e levigato.

  1. C’è un evento specifico del Puglia Trail che ti ha colpito particolarmente per l’organizzazione, il percorso o l’atmosfera?

L’evento principale e più affascinante per me rimane quello del TRAIL DELLE CINQUE QUERCE, avendolo vissuto per tanti anni dal di dentro, però anche altre organizzazioni si sono rivelate importanti e al netto delle difficoltà che si possono incontrare, un’altra gara che secondo me ha raggiunto negli anni un livello importante è l’AMASTUOLA WAVE TRAIL.

  1. Come vedi il futuro del Trail running in Puglia e in Italia, e quali passi pensi si debbano fare per promuovere e sviluppare ulteriormente questo sport?

Il futuro del trail è sicuramente roseo e non lo dico io, ma lo dicono i numeri che sono in netta crescita. Sicuramente si potrebbero fare altre iniziative per aumentare i numeri, ma io quello che penso è che si dovrebbe puntare sulla possibilità di offrire più percorsi con diverse distanze in modo da dare la possibilità a tutti di partecipare a questo mondo affascinante.  Dare la possibilità a chi è meno esperto di fare esperienza. Mi viene in mente quello che ormai fanno nelle organizzazioni delle maratone, affiancano gare minori per dare la possibilità a tutti di poter correre

Grazie ancora, Michele, per la tua disponibilità a condividere con noi le tue esperienze e le tue preziose intuizioni.

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intervista di Giuseppe Moliterni

Tags :

interviste, Press

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